[segue da qui] Un’esperienza simile l’ho proposta all’interno di un percorso di formazione per operatori museali su tecniche e materiali espressivi. Il focus, in questo caso, sono state le “carte” (non necessariamente di cellulosa, ma tutti i materiali che si presentano come fogli) trasparenti e semitrasparenti. Quante ce ne sono? Cosa ci si può fare? Cosa aggiungono alla comunicazione? Quando nascondono, ma non del tutto, che poetica mettono in gioco? Hanno altre potenzialità? Continua a leggere
Archivi categoria: imparando Bruno Munari
composizioni che allenano lo sguardo/1
C’è una serie di libro perduti a cui sono profondamente legata (uno è Il rosso, qui il post) e a cui attribuisco il valore di un seme che poi è cresciuto negli anni, insieme a me e alla passione per segni e composizioni per tutti! Libri perduti perché non più ristampati da anni e difficilmente rintracciabili anche nelle biblioteche (sigh!) e poco considerati/citati anche dalle pubblicazioni odierne di settore. Continua a leggere
sguardo e cornici /2
L’usignolo canta
l’albero fiorisce
l’uomo inventa armonie
di suoni
di colori
di forme
di movimenti
(B. Munari, Teoremi sull’arte) Continua a leggere
sguardo e cornici /1
“Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco”
(Bruno Munari – citando Confucio, Arte come mestiere)
rossoooooo
Rientro lento dall’estate recuperando un post dimenticato nel vecchio blog. Si tratta di una lunga citazione di un libro ormai dimenticato dall’editoria di settore: Il rosso di Renate Eco. Renate Eco è stata un’antesignana dei laboratori d’arte in Italia, oltre a occuparsi di molte altre cose, dalla comunicazione al design. Ha collaborato con Bruno Munari e realizzato uno dei primissimi laboratori per ragazzi per l’Accademia di Brera.
In questo libro è tracciato un interessante percorso di educazione dello sguardo che si rivela essere un insieme di giochi linguistici: anche i colori hanno una grammatica quotidiana e tecnica che si impara osservando e comparando, ma anche chiamando per nome.